Soluzioni Custom

La nuova macchina utensile proposta da Utita è pensata per tutti coloro che necessitano di un modello più piccolo e compatto ma dalle elevate prestazioni e flessibilità, e va a completamento di una gamma di impianti di tornitura, anche multiasse, modulabili fino a 12 metri e della portata massima di 18 tonnellate.

Di Maria Bonaria Mereu e Flavio Della Muzia.

Tratto da “Tecnologie Meccaniche, marzo 2023”.

La domanda del mercato, all’interno del comparto manifatturiero industriale, sta evolvendo in più direzioni, una delle quali vede il crescente interesse da parte degli imprenditori nel potere disporre di impianti in grado di lavorare anche piccoli lotti e con frequenti cambi di configurazione. Da qui l’idea, da parte di Utita, di sviluppare una versione più piccola e compatta della propria linea di macchine AT, progettate nell’ottica della flessibilità al fine di potere passare da tornio standard a centro di tornitura in base alle necessità di ogni singolo cliente. Questo in virtù della grande esperienza maturata in oltre un secolo di attività nel campo manifatturiero sin da quando, nel 1908, l’azienda apriva i battenti nella prima sede di Este (PD), con l’intento di realizzare macchinari per l’agricoltura e la tessitura. Ma è tra gli anni 30 e 40 che Utita compie una prima importante svolta specializzandosi nella produzione di macchine utensili come torni, fresatrici, foratrici verticali, bordatrici e centratrici, progettando inoltre sistemi per la lavorazione automatica, tecnologia a quei tempi piuttosto innovativa. Nel secondo dopoguerra l’azienda veneta, che al suo apice contava ben 1.200 dipendenti e una fonderia interna (collocandosi all’epoca come uno dei più grossi costruttori italiani di impianti), ha maturato un ampio know how anche nella progettazione e realizzazione di macchine utensili e componentistica per il settore agricolo, automobilistico e tessile. Una successiva, importante espansione delle attività è avvenuta negli anni 70 quando la società ha realizzato la prima gamma di torni dotati del sistema a controllo numerico CNC per le applicazioni meccaniche, arrivando a esporre uno dei primi esemplari, corredati da utensili motorizzati, presso la Fiera di Birmingham del 1973.

Lavorazione pezzo AT300
Macchine su misura per ogni esigenza

Oggi, all’interno della nuova sede di Ospedaletto Euganeo (PD), un team di progettisti e ingegneri di Utita è costantemente al lavoro per l’ampliamento e il miglioramento della propria offerta di macchine utensili. «Dopo varie vicissitudini, noi di Marpa nel 2016 abbiamo rilevato le quote di CNC Utita e, nel 2021, la totalità dell’azienda. Da quando siamo entrati come soci di maggioranza abbiamo cercato di sviluppare una nuova linea di prodotti affiancati alla gamma già presente e ora siamo in fase di completamento dell’offerta, composta da impianti di tornitura anche multiasse, con macchine lunghe, modulabili fino a 12 metri e della portata massima di 18 tonnellate – ha affermato Mario Pauletto, Amministratore Delegato di Utita – Realizziamo principalmente macchine personalizzate partendo dall’impianto più vicino alle necessità del cliente, presente nella nostra gamma, per poi adattarlo alle sue specifiche richieste.

Gamma che vanta, come peculiarità, il fatto di portare il pezzo pieno all’interno dell’area di lavoro (calcolato come diametro per lunghezza), a differenza della concorrenza le cui apparecchiature portano molto meno peso. Questo consente al cliente di potere contare su una macchina che realizza, per esempio, un particolare di 1 metro per 6 metri, caricando un tubo di quelle dimensioni indipendentemente dal suo peso, perché i calcoli fatti dai nostri ingegneri considerano il volteggio del pieno». Queste macchine, inoltre, hanno la possibilità di essere modulabili di mezzo metro in mezzo metro di lunghezza, con tutti i vantaggi che ne conseguono.

Sempre un passo avanti

L’ufficio tecnico di Utita, in questo momento, sta lavorando attivamente allo sviluppo della linea AT 300, 400 e 500, alla quale si aggiungerà a breve anche la versione AT 200, una macchina pensata anche per i contoterzisti che necessitano di una soluzione più compatta e ridotta in termini di impronta al suolo, ma molto flessibile e con performance di alto livello.

Collaudo interno AT300

Questo per il fatto che si era reso necessario andare ad acquisire una fetta di mercato all’interno della quale operano imprenditori che hanno bisogno di impianti delle dimensioni più contenute rispetto a quelle che storicamente realizza Utita. «Un campo, questo, che avevamo un po’ trascurato, ma che ora vogliamo riprendere in maniera importante anche perché i clienti, già in possesso di nostri esemplari di grandi dimensioni, quando avevano bisogno di CNC più ridotti erano costretti a rivolgersi ad altri costruttori: ora, invece, potranno contare su di noi anche per queste rinnovate esigenze – è intervenuto Francesco Zanetti, Responsabile dell’Ufficio Acquisti – Questo ci consentirà quindi di andare a coprire un po’ tutto il mercato, collocandoci in una posizione di rilievo all’interno del panorama industriale. E per il futuro prevediamo una richiesta sempre maggiore di tecnologia all’avanguardia, anche su 5 assi, con possibilità di lavorazioni complesse in un unico piazzamento del pezzo, con una base della macchina piuttosto solida come da tradizione Utita».

Un mercato in espansione

Le soluzioni offerte dall’azienda veneta sono molto apprezzate da un’ampia fascia di clientela sparsa in tutto il mondo, con Paesi come l’Italia, la Germania e la Cina che rappresentano il principale riferimento per Utita. Molti grandi Gruppi industriali, infatti, necessitano proprio di centri di lavoro dalle grandi dimensioni presenti a catalogo dai quali partire per ottenere una personalizzazione, spesso anche piuttosto importante, dell’impianto finale, avendo a disposizione aree e sistemi di movimentazione in grado di gestire questa tipologia di macchine. «Nel prossimo futuro vogliamo rimanere attivi in questi Paesi, ma cercando di ampliare anche la nostra rete di vendita in altre nazioni del mondo. I principali settori di riferimento per noi sono l’oleodinamica, intesa in particolare come elementi di movimento (cilindri in tutte le combinazioni immaginabili), la stampa su carta, nylon e legno, e il campo dei rulli da installare sulle presse di potenza o su colonne per macchine destinate sia allo stampaggio a iniezione dei termoplastici che alla lamiera per il comparto automobilistico, solo per citare alcune applicazioni – ha voluto illustrare Federico Ceschi, Responsabile dell’assistenza clienti – In questo panorama è importante, all’interno della nostra struttura, il reparto di assistenza tecnica post vendita composto da personale molto qualificato, capace di mantenere rapporti solidi e continui con i clienti, offrendo loro tutto il supporto necessario durante la vita operativa delle nostre macchine. Vita che si aggira mediamente sui 25-30 anni, anche se in realtà si va ben oltre, rendendo più che mai indispensabile il mantenimento degli impianti in perfetta efficienza durante tutto questo lasso di tempo affinché possano operare in maniera altamente produttiva».

Tornio Utita modello T350

Il reparto è attrezzato per lavorare sia in remoto sia in loco attraverso piani d’assistenza programmati, legati anche al fatto che essendo gli impianti molto personalizzati, spesso gli operatori in stabilimento non hanno una profonda conoscenza del loro funzionamento.

Formare i tecnici del futuro

Diventa dunque cruciale l’aspetto formativo del personale tecnico di Utita, gestito all’interno dell’azienda attraverso articolati percorsi d’affiancamento e trasmissione diretta del know how, anche perché il livello tecnologico degli impianti e le esigenze produttive stanno rapidamente mutando, così che le conoscenze tecniche del personale devono essere sempre più elevate. «Utita ha sempre aderito al progetto di alternanza scuola/lavoro, offrendo agli studenti la possibilità di vedere e toccare con mano quello che imparano a livello teorico in aula, preparando dal punto di vista pratico i ragazzi che saranno i tecnici del futuro anche all’interno della nostra società – ha aggiunto Ceschi – Inoltre, la tendenza per i prossimi anni sarà sempre più quella di implementare l’automazione sugli impianti produttivi in particolar modo attraverso i cobot, ovvero i robot collaborativi, che consentono di sgravare gli operatori delle mansioni di fatica per destinarli ad altre fasi a valore aggiunto, magari all’interno di un’isola di lavoro, dove si occupano della gestione anche di 4 o 5 impianti in simultanea». L’importanza dell’uomo, dunque, non viene messa in discussione bensì valorizzata anche per il fatto che, oggigiorno, sono sempre meno le realtà industriali che realizzano grandi lotti, ma che devono invece gestire piccoli numeri con grande flessibilità e qui il ruolo dell’operatore rimane assolutamente centrale. In tutto questo, infine, si inseriscono i dettami propri dell’Industria 4.0, in virtù dei quali un enorme flusso di dati va dagli impianti ai sistemi gestionali delle aziende. Un flusso da interpretare e gestire a opera di personale qualificato, dotato di nuove competenze, che il management di Utita sta formando al fine di offrire al cliente un eccellente livello di assistenza.